La vite e l'ulivo sono colture che fortemente hanno caratterizzato il territorio avolese. Alla fine dell'Ottocento, in un terreno detto Ciusa Miloro, appena fuori del centro storico ed in prossimità della Stazione ferroviaria inaugurata nel 1886, venne costruito il Palmento e Frantoio Midolo, detto "u trappitu". Ormai abbandonato, acquisito dal Comune e restaurato, è stato riaperto al pubblico il 30 ottobre del 2010. L'edificio, un bene di grande valore etno-antropologico, per la pigiatura dell'uva possiede le tradizionali vasche costruite in pietra e il torchio "a cannizzu". Per la frangitura delle olive, nello stesso locale, è "a macina", mola olearia a trazione animale. La pasta che ne derivava si poneva nelle coffe, le quali si assemblavano nel vicino torchio"u conzu" per la spremitura. Gli oggetti originali che arredano gli ambienti museali sono stati acquisiti con donazioni o acquistati. Di essi si è curata la schedatura e chiare didascalie illustrano il percorso e la comprensione di quanto esposto. L'allestimento museale è stato finalizzato a far conoscere gli antichi mestieri e a conservare memoria della cultura materiale. Il Museo, pertanto, è stato dotato di pannelli con foto d'epoca e di un raro e prezioso audio-visivo che testimonia le fasi di lavoro eseguite in tali strutture.
(fonte: Avola, la città esagonale)