La chiesa madre di S. Pietro e Paolo è di sicure origini tardo antiche se nel 593 la lettera del papa Gregorio Magno documenta nel borgo la presenza del presule pestano e se si connette nella dedica alla tradizione dell'approdo di San Paolo in una località agropolitana ed a San Pietro, pescatore come molti degli abitanti del borgo antico. Nell'ultimo ventennio del Cinquecento la chiesa è visitata da vescovi o da loro rappresentanti che vi osservano l'altare maggiore (ricostruito al 1714 e nel 1875 con tela raffigurante S. Antonio tra S. Bartolomeo e S. Gaetano di Tiene); inoltre, gli altari o cappelle (talora i due termini non sono dissimili) dedicate ai santi Pietro e Paolo (dal 1742), al Crocifisso (dal 1905), alla SS. Concezione (dal 1698; dal 1875: fam. Troise), alla Madonna dell'Arco (1875: fam. Vecchio, tela con la Madonna tra S. Francesco di Paola e S. Carlo Borromeo), al Rosario (1742, con confraternita e tela con Misteri; 1771, con porta sulla strada; 1875:tre statue entro nicchie con la Madonna del Rosario tra S. Lucia e S. Rosa e, inoltre, "tavola antica della Vergine della pietà"), a S. Giuseppe (1742, 1771, insieme a S. Gennaro, fam. Storti; 1875: fam. Rosa, tela con la Vergine tra S. Giuseppe e S. Gennaro), a Sant'Antonio di Padova (dal 1583: altare, 1698: altare, 1875: già delle famiglie Magnoni e Del Baglivo), a Sant' Antonio abate (dal 1612; 1875: sepoltura della famiglia Rotolo, tavola con S. Antonio abate e tela "piccola con SS. Trinità). L'edificio, che possiede tre campane (1583; 1714: la grande è rotta), un orologio (1698) e due porte (1698), ha avuto bisogno di restauri (1612). Nel 1714 si verifica che mancano vetri alla "finestra della porta grande". Ha nell'interno, ad unica navata, il coro (1698), il pulpito (1698) e i confessionali.
Il cimitero della chiesa deve essere "recinto di muro" a spese dell'università (1714).
(fonte: GuidAgropoli)