Circa il toponimo sono state elaborate diverse teorie: secondo una tesi di origine popolare il nome deriverebbe dal dialetto veneziano con il significato di "mare c'era", in riferimento alla presenza di acquitrini lì dove sorge ora il paese. Secondo un'altra ipotesi, invece, deriverebbe dal latino "maceria" ("muro a secco").
Comune in provincia di Venezia, posto sulla terraferma di fronte alla laguna veneziana, comprende anche la vicina zona industriale denominata Porto Marghera e diversi sobborghi.
In passato la zona era ricca di paludi ed il primo abitato era composto da poche case lungo il Canal Salso percorso dalle merci dirette a Venezia; questo primitivo agglomerato fu eliminato nei primi anni del XIX secolo per consentire la costruzione di Forte Marghera. Per consentire a Venezia di svilupparsi dal punto di vista industriale, essendo il territorio privo di siti idonei, alla fine del secolo, fu deciso di bonificare l'area per destinarla a sede industriale. Parte del territorio di Mestre fu, nella prima metà del XX secolo, destinata ad ospitare il porto, Porto Marghera, appunto. In seguito fu sviluppata l'area residenziale.
Da vedere:
La chiesa dei Santi Francesco e Chiara, costruita nel secondo dopoguerra, su progetto di Angelo Scattolin. La struttura è imponente e realizzata con mattoni a vista, ha pianta a croce greca ed in facciata presenta un pronao composto da tre archi che raggiungono quasi le falde del tetto a capanna. In fondo all'abside si trovano nove nicchie decorate da altrettanti mosaici. La chiesa è arricchita anche da otto vetrate colorate.
La chiesa di Sant'Antonio, anch'essa in mattoncini a vista, presenta un ampio pronao, in facciata tre finestroni ogivali e tetto a capanna.
La chiesa della Madonna della Salute.
La chiesa di San Michele Arcangelo.
La chiesa della SS. Resurrezione.
La chiesa della Natività di Gesù.
La chiesa di Gesù Lavoratore.
La chiesa di San Pio X.